“Perdente”, è uno degli aggettivi spesso usati per descrivere, separatamente, questi due personaggi delle strisce Peanuts. Charlie Brown, protagonista dei fumetti del disegnatore americano Charles M. Schultz, è diventato il Perdente per antonomasia. Charlie perde quando gioca a baseball, perde nelle partite di scacchi, ma soprattutto perde nella perpetua sfida che lo attanaglia: calciare quel dannato pallone, prima che la dispettosa Lucy glielo tolga da sotto il naso.
Una delle immagini che emblematizzano il personaggio di Charlie Brown è proprio quella sua ricorrente caduta di schiena sul prato, segno della fiducia “malriposta” in Lucy, nella speranza che questa volta le cose vadano in modo diverso.
Ma, se superiamo il primo aggettivo, ne scorgiamo altri che sembrano contraddire la facciata da ragazzino loser. Charlie Brown è anche “l’amico di sempre”, a suo modo è il leader del folto gruppo di amici Peanuts, capo del loro piccolo team di baseball, e, non da ultimo, padrone della star del quartiere: il multi talentuoso bracchetto Snoopy. Charlie è quindi affettuoso, determinato, riflessivo, chiacchierone, anche se apparentemente impacciato con la vita.
Tra tutti gli amici, il preferito diventa Linus, fratellino minore della scorbutica e dispettosa Lucy. Linus Van Pelt è conosciuto per la sua affezione “morbosa”: quella coperta blu che trascina gelosamente con sé ovunque (in psicanalisi, sintomo di un attaccamento esagerato alla figura materna). Linus e Charlie viaggiano sulla stessa linea d’onda, nasce tra i due una sorta di stima reciproca mai rivelata, un feeling evidente ma implicito. Due amiconi filosofeggianti, sensibili e acuti, anticonformisti e sognatori.
I due si scambiano spesso pensieri dall’alto di un muretto di mattoni.
Tuttavia, queste due figure dialoganti nascondono forse un substrato di unità più saldo della condivisione di qualche aggettivo. Ad uno sguardo più profondo, Charlie e Linus sono quasi reciprocamente identificabili: due caratteri dello stesso personaggio, due alter dello stesso ego, due momenti dello stesso soggetto. L’arrivo del piccolo Linus, nelle strisce del ’52, sembra correre in aiuto alla “fragilità” di Charlie Brown. Quest’ultimo, sommerso dagli impegni nel vicinato, impegnato nel ricoprire vari ruoli, e insieme impacciato nel gestire il miscuglio di riflessioni, preoccupazioni, sentimenti che gli si aggrovigliano nella testa, trova in Linus un paio di occhiali da sole per proteggersi dalla luce accecante, un ombrello da aprire in caso di tempesta, una crema antizanzare per attraversare la foresta tropicale. Linus trova in Charlie un fratello maggiore, un compagno di viaggio con cui condividere la sua precoce saggezza, fratello di vita.
Nella costellazione dei personaggi Peanuts, Charlie e Linus rappresentano due stelle comete, luminose e affascinanti nel loro carattere. La bellezza della relazione vitale che condividono è proprio il suo essere tale. Infatti, le fragilità dei due non vengono annullate o nascoste dall’intervento dell’altro. I due, piuttosto, si arricchiscono a vicenda, rendono fertili le proprie debolezze che diventano preziose, trasformandosi nei loro punti di forza. Charlie e Linus sono pareti confinanti nella stanza della nostra interiorità, due fari nel buio che si scambiano messaggi nell’interazione della nostra crescita, due polarità della stessa vita che possiamo ritrovare, due in una, dentro di noi. La loro inettitudine alla vita è tutta apparente, e se lo svelano a vicenda. Il moto trasformatore che li anima è imprendibile, e li rende quello che sono.