Amor y Fede

Cerco di elaborare in qualche riga le emozioni, forti, che provo.

Ci penso e provo amore. Il tutto scaturisce da un solo giorno, circondato da pochi altri, che riesce a diventare uno dei più belli del mio piccolo sempre. Imparo molto e imparo in fretta, e a volte trascinandomi avanti.

 

Sono sorpresa da come i sogni diventino realtà: è così, o solo per poco? Siamo degli Aladini con un limite di desideri? Oppure credo che queste domande non abbiano un senso, come in fondo magari un po’ tutto?

Così comincio a credere che senza una fede non si può procedere in nessuna direzione. Credo che senza un’idea, un qualche tipo di ferma convinzione, per quanto temporanea, i passi non siano fattibili. 

 

In questo momento una profonda gratitudine si mischia a tanti brevi ricordi ed emozioni. Penso che Carlo e Francesca siano i genitori che non ho mai avuto, e vorrei riuscire a dirlo senza che questo implichi un’offesa delle mie origini. Allora provo a trasformare il detto, e dico che Carlo e Francesca rappresentano l’ideale della famiglia che vorrei, un giorno, creare. Ma, a dire il vero, un po’ della precedente osservazione non mi abbandona. Francesca è per tanti studenti la “mamma” forte, indipendente, intelligente, graziosa, piena e viva. Carlo è il “papà” dolce, aperto, comprensivo, delicato ed accogliente che mi permetterei di sognare. Non so molto di loro, e della loro storia, ma in poche ore il loro amore mi ha riempito il cuore. Scriverò a parte dei piccoli momenti che voglio conservare per un po’ di più.

 

Nel frattempo, penso a come la scienza si sviluppi solo scegliendo di partire da alcune privilegiate assunzioni. La scienza spiega? La scienza descrive? La scienza racconta? E il linguaggio, che Carlo crede necessariamente confuso e precario? Rinunciare al mondo? Navigare senza certezze? Hanno paura, quegli altri, che si tengono stretti alla normalità? 

Comunque la si veda, credo che per scegliere ci voglia fede. 

 

Allora ripenso che da un po’ vedo il mio rapporto con la filosofia come una vera relazione amorosa, con i suoi lati intellettivi e quelli fisici. E Carlo ieri mattina raccontava di Lope de Vega:

 

Desmayarse, atreverse, estar furioso,

áspero, tierno, liberal, esquivo,

alentado, mortal, difunto, vivo,

leal, traidor, cobarde y animoso;

 

no hallar fuera del bien centro y reposo,

mostrarse alegre, triste, humilde, altivo,

enojado, valiente, fugitivo,

satisfecho, ofendido, receloso;

 

huir el rostro al claro desengaño,

beber veneno por licor süave,

olvidar el provecho, amar el daño;

 

creer que un cielo en un infierno cabe,

dar la vida y el alma a un desengaño;

esto es amor, quien lo probó lo sabe.

 

Tutto questo ho provato, con la filosofia e con nient’altro. E accetto di credere ed amare questa strada che qui mi porta. 


Non è solo questo, sono anche i pochi giorni a Sofia, l’amicizia di Kamen e Madeleine, il mistero di Jesse e il sogno di New York, la storia d’amore di Joshua. È la coccinella che Carlo ha provato a donare a Francesca, e il fatto che poi l’hanno liberata insieme. Sono le piccole gentilezze dei passanti negli aeroporti, e il conforto che queste mi danno. È il caffè più buono che abbia mai bevuto. È Charlotte che mi insegna :) è il cardinal, è il cervo, sono le foglie gialle e le turbolenze, è la compagnia delle note di Alex. È l’incertezza, le amiche che mi mancano un po’. La paura di crescere e di lasciare andare. Lèa e Antoine, il francese, i deserti. L’insoddisfazione di non fermarmi un po’ più a vivere la felicità. Sento il caos, ma lo sento tutto come nella poesia, è amore e sono pronta a trovare la mia piccola fede.